l’onta del fallimento e la rinascita
2017-2024
L’inizio della fine
La sconfitta interna con la Virtus Entella verrà ricordata come l’ultima partita giocata dagli azzurri in Serie B nell’era De Salvo. È il 18 maggio 2018, epilogo di una stagione cominciata tra alti e bassi che al giro di boa assume una brutta piega. La squadra è allenata da Eugenio Corini e può ambire ai playoff. I risultati si rivelano però al di sotto delle attese e dopo la sconfitta casalinga con l’Ascoli (1-2) del 3 febbraio la società decide di cambiare guida tecnica. Al posto di Corini viene ingaggiato Domenico Di Carlo, chiamato a risollevare le sorti di un Novara in quel momento sedicesimo appena fuori dalla zona playout. L’immediato colpo esterno con il Cittadella (1-3 con tripletta di Puscas) si rivela un’illusione. Con l’Entella serve non perdere per guadagnarsi almeno lo spareggio con l’Ascoli, ma un gol di Crimi al 68° condanna gli azzurri al ritorno in C dopo tre anni. Giocatori in lacrime e presidente Massimo De Salvo contestato in tribuna.
Una nuova, cocente delusione arriva in estate. L’esclusione dalla Serie B di Cesena, Bari e Avellino lascia liberi in teoria tre posti per il campionato successivo. Il Novara, dopo avere vinto il ricorso sui criteri di ripescaggio, risulta tra i club in possesso dei requisiti necessari per rientrare in graduatoria. Il problema è che la Lega, con l’appoggio della Figc, coglie l’occasione per ridurre l’organico da 22 a 19 squadre bloccando i ripescaggi. Gli azzurri sono quindi costretti a ripartire dalla C, un verdetto certificato dopo alcuni rinvii dovuti ai ricorsi. Il Novara, allenato da William Viali, si piazza nono ed è eliminato dall’Arezzo al secondo turno dei playoff. Più che per i risultati, la stagione verrà ricordata per i ritorni di Gonzalez e Buzzegoli.
Speranze e illusioni
Nel campionato 2019/2020 le ambizioni sono ancora più ridimensionate, ma gli azzurri vanno ben oltre le aspettative. È l’anno del Covid che ferma i campionati e congela le classifiche con la squadra di Simone Banchieri in zona playoff. Alla ripresa delle attività a fine giugno, con gli stadi chiusi al pubblico, il Novara elimina Albinoleffe, Pontedera (a tavolino), Renate e Carpi. La sua corsa alla promozione si interrompe solo in semifinale per mano della Reggiana (2-1). Intanto però si è chiusa un’era. Dopo 13 anni, nel dicembre 2019 Massimo De Salvo ha ceduto l’80% delle quote a Maurizio Rullo. L’imprenditore calabrese che opera nel settore del recupero, trattamento e commercio di materiali ferrosi promette la Serie B come obiettivo minimo.
L’incubo
Le sbandierate ambizioni non si realizzano. Nel 2021 il Novara manca l’accesso ai playoff e la proprietà è contestata dai tifosi. A fine campionato Rullo cede le sue quote a Leonardo Pavanati – il 20% resta a De Salvo – e il 9 luglio si vede bocciare dalla Covisoc la domanda di iscrizione al campionato per irregolarità amministrative. Per la prima volta in 113 anni di storia gloriosa il Novara è escluso da un campionato professionistico, una vergogna che la città non può sopportare. A fine mese più di 500 tifosi si riuniscono in piazza Martiri per manifestare tutto il loro sdegno organizzando un corteo per le vie del centro fino a palazzo Cabrino, sede del Comune. Come è accaduto negli anni a decine di altre città in tutta Italia, questa volta tocca a Novara rischiare di perdere il pallone.
La rinascita
Perché il grande cuore azzurro non cessi di battere rimane un’unica soluzione: l’avvio, tramite il Comune, di una manifestazione di interesse per individuare eventuali investitori interessati a iscrivere il Novara in Serie D con una nuova matricola. Il sindaco Alessandro Canelli apre quindi il bando, a cui si iscrivono due aspiranti proprietari: Massimo Ferranti ed Enea Benedetto. La scelta opportunamente ricade sul primo, un ingegnere di origine romana che offre ottime garanzie. Nasce così il Novara FC, costituito il 20 agosto. “L’obiettivo? Tornare subito in Serie C” risponde Ferranti. Per riuscirci il neo presidente mette a disposizione un budget economico superiore alle avversarie della categoria come Sanremese, Casale e Città di Varese. La panchina viene affidata a Marco Marchionni, la fascia da capitano a Pablo Gonzalez. Gli azzurri prendono la testa della classifica in autunno alla 12ª giornata (2-1 in trasferta alla Caronnese) e non la mollano più. Il pubblico segue con passione la cavalcata ritrovando quell’entusiasmo che si era smarrito. A tre gare dal termine il Novara conquista a Gozzano (0-0) la promozione, la quarta in carriera per l’argentino, un traguardo scandito dai gol di Dardan Vuthaj. Alla fine saranno addirittura 35 quelli segnati in campionato dal bomber albanese, una quota mai raggiunta prima da un azzurro. Se si contano anche i 2 realizzati in Coppa Italia e poule scudetto i centri complessivi sono 37 in 41 presenze.
Pablo da leggenda
Il programma di Ferranti è però più ambizioso. Non si limita a consolidare la presenza del Novara nella terza serie, ma punta a riportare subito il club in Serie B. Così la squadra viene di nuovo rivoluzionata e affidata al nuovo tecnico Roberto Cevoli, subentrato in piena estate a Marchionni. La partenza è esaltante: alla 5ª giornata gli azzurri espugnano Vercelli (1-2) dopo sette anni e alla 6ª conquistano la vetta della graduatoria con 14 punti rifilando un secco 3-0 al Vicenza. Di colpo però gli azzurri si spengono. La sconfitta 1-0 di Pordenone costa la panchina a Cevoli, ma la promozione di Franco Semioli dalla Primavera non rimette in pista gli azzurri. A metà gennaio vengono esonerati il tecnico e il ds Moreno Zebi, ingaggiato in estate. Torna Marchionni e l’obiettivo è cambiato: non si punta più ai primissimi posti, al limite agli spareggi promozione. Risultati negativi e infortuni fanno temere addirittura il risucchio in zona playout, ipotesi scongiurata da un buon finale di campionato macchiato dalla brutta eliminazione al primo turno playoff subita dalla Virtus Verona (3-0). Memorabile è però il tributo a Gonzalez, che chiude la sua lunga storia al Novara come miglior marcatore di tutti i tempi con 104 gol in 370 partite.
Un futuro da scrivere
Ferranti è molto deluso dai risultati dell’anno precedente e decide di passare la mano. Si libera di tutti i contratti onerosi e cerca un nuovo proprietario. La squadra inizia il torneo 2023/24 con un pessimo ruolino di marcia. A ottobre Gattuso subentra a Buzzegoli con l’improbo compito di cambiare marcia e raggiungere la salvezza. A dicembre 2023 il Novara ha una nuova proprietà. Massimo Ferranti cede l’intero pacchetto societario a una compagine formata da tre soci: il presidente Marco La Rosa, il vice Fabio Boveri e il direttore generale Pietro Lo Monaco. Il passaggio di proprietà e l’irrobustimento della rosa si rivelano essenziali per salvare la squadra. L’agognato obiettivo, indispensabile per garantire un futuro più ambizioso al club, viene centrato al playout nella doppia sfida con il Fiorenzuola come accadde nel 2001. Quel giorno in campo c’era anche Giacomo Gattuso, tecnico degli azzurri. La salvezza è la prima pietra di un nuovo capitolo che tutti, società e tifosi, si augurano prospero e pieno di successi sportivi.